venerdì 1 gennaio 2016

Le parole più usate dai giornali nel 2015

Come l'anno scorso, gli ultimi due giorni dell'anno ho guardato alcuni dati estratti da quotidiani italiani pubblicati nel 2015, per ricavare, usando metodologie statistiche (la misura della keyness in particolare), le parole che hanno caratterizzato la stampa del 2015 rispetto a quella dell'anno precedente. Ho utilizzato in particolare 45.000 articoli usciti nel 2015 (oltre 21 milioni di parole) e li ho confrontati con 65.000 usciti nel 2014.
Il risultato sono alcune centinaia di parole specifiche degli articoli di giornale di quest'anno: nel confronto con quelle dell'anno precedente, infatti, risultano usate con frequenza statisticamente anomala. Le possiamo quindi considerare le parole chiave usate dalla stampa nel 2015.

Migranti
Il sostantivo più specifico del 2015 è migranti; in generale, tutta l'area relativa ai flussi migratori è molto più presente nella stampa del 2015 rispetto all'anno precedente (sono usati molto di più ad esempio profughiaccoglienza, immigrati, rifugiati, asilo, barconi, immigrazione, scafisti).

Grecia
Un altro tema che ha molto occupato la stampa di quest'anno rispetto all'anno scorso è quello della Grecia e della sua crisi economica, come dimostra l'elevato valore di keyness di parole come Grecia, Atene, Syriza, greci, creditori, grexit.

Terrorismo
I temi legati al terrorismo sono presenti in modo capillare nelle parole-chiave della stampa del 2015: Charlie Hebdo, Isis, Parigi, attentati, terrorismo, terroristi, strage, Bataclan, vignettejihadisti rientrano fra le 100 parole con valori di keyness più alti.

Guerra e religione
Nonostante corrisponda ad un tema sempre molto presente nella stampa, anche guerra ricorre significativamente di più sui giornali di quest'anno, specialmente quando è associato ad elementi lessicali che riguardano la religione (Islam, islamici, musulmani, religione, jihadista).

Cronaca
Alcuni fatti di cronaca, nazionale ed internazionale, sono rispecchiati nell'uso frequente di specifiche parole: ad esempio Volkswagen, relativo allo scandalo che ha coinvolto la casa automobilistica tedesca, Giubileo, CasamonicaExpoxylella, il batterio che ha colpito gli ulivi del Salento.
Da segnalare che il 2015 è stato anche l'anno della scuola, di cui si è parlato significativamente di più rispetto all'anno precedente, e della questione del gender, che ha fatto molto discutere anche sulla stampa.

Nomi propri
Una classe di parole che riporta sempre valori di keyness molto elevati è quella dei nomi propri di persona, che variano molto nell'uso dei giornali a seconda dei periodi. Il 2014 è stato l'anno di Renzi (il nome di persona più caratterizzante). I 20 nomi propri di persona che hanno più caratterizzato la stampa del 2015 sono invece quelli riportati nella tab. 1.

Tab. 1 - I 20 nomi propri di persona più specifici del 2015 rispetto al 2014

I nomi rispecchiano alcuni fatti di cronaca di cui si è molto parlato lo scorso anno (l'aereo precipitato della Germanwings, pilotato da Lubitz, l'attentato a Charlie Hebdo, messo in atto dai fratelli Kouachi, o la sparatoria al tribunale di Milano, ad opera di Giardiello). La politica estera è rappresentata essenzialmente da politici greci, al centro dell'attenzione della stampa per molti mesi, mentre quella italiana dal presidente Mattarella, eletto quest'anno, e da alcuni politici la cui presenza sui giornali è stata evidentemente molto più marcata rispetto all'anno precedente (Salvini, Marino, De Luca, Paita e Gentiloni).

Aggettivi: poca originalità
Infine, è da rilevare la scarsità di aggettivi presenti tra le 500 parole con misura di keyness più elevata: tra questi, indisponibili (riferito a calciatori che non possono giocare la prossima partita), sedicente (relativo all'ambito terroristico: il sedicente Califfato o Stato islamico), satirico, e poi un paio di neo-formazioni di ambito politico (verdiniani e fittiani). Una categoria a parte è quella individuata dall'aggettivo sostantivato impresentabili, che si riferisce soprattutto ai candidati con problemi in sospeso con la giustizia, ma anche a personaggi (troppo) spesso presenti in programmi televisivi o a manifestazioni pubbliche.
In generale, questa scarsità di aggettivi come parole-chiave in un'annata di articoli di giornale indica che i giornalisti tendono a riutilizzare sempre gli stessi: cambiano gli avvenimenti che vengono descritti, quindi, ma si usano tendenzialmente le stesse parole per farlo. Per il 2016 vogliamo auspicare un piccolo sforzo in più nel senso dell'originalità?

1 commento:

  1. Mi colpisce che, tra i nomi propri, non meno di quattro fra i primi 13 (Marino, Buzzi, Carminati e Odevaine, e magari me ne sfugge qualcuno degli altri) si riferiscano alla crisi del comune di Roma e alla cosiddetta questione di Mafia Capitale.

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