venerdì 14 ottobre 2011

Ecco perché mi piace il Post

Il Post è un giornale online che viene pubblicato dal 19 aprile 2010, ed è diretto da Luca Sofri.
L'ho scoperto per caso, qualche mese fa, ed è diventato pian piano un punto di riferimento obbligato nel (tanto) tempo che passo in rete.
A parte le diverse firme che ci scrivono e che leggo volentieri, Il Post mi piace per la lingua che i suoi autori usano, e in modo particolare per quella dei titoli.
La maggior parte dei giornali online conserva l'abitudine, ereditata dalle versioni cartacee, ad usare titoli dalla struttura convenzionale, spesso stereotipata. Qualche esempio (tutti delle edizioni online di oggi):

Londra, si dimette il ministro della Difesa Fox dopo le rivelazioni del blogger italiano (Repubblica)
Caos Libia, si spara di nuovo a Tripoli (Corriere della Sera)
Napolitano e l'incidente in Aula:  «Non obbligo giuridico di dimissioni» (Corriere della Sera)
Siria, 10 manifestanti uccisi Onu: "Oltre 3000 da inizio proteste" (Repubblica)

L'abitudine radicata ad inserire all'inizio del titolo una parola-chiave (il luogo dove si è verificato un fatto, o la persona coinvolta), seguita da una virgola (o da due punti), è da tempo una routine giornalistica; sa di ripetizione automatica di un modello abusato, di pigrizia mentale, di mancanza di creatività. Lo stesso vale per il finto discorso diretto, riportato tra virgolette, che vuole suggerire l'immediatezza del parlato, ma che alla lunga riesce solo ad essere monotono. Per non parlare della ricerca della sinteticità che sfocia nella soppressione di parti di frase ("Non obbligo giuridico di dimissioni") o nella creazione di orridi lessicali ("Caos Libia").
L'impressione complessiva che ricavo quando do un'occhiata veloce ad altri giornali online, e quindi principalmente ai loro titoli, è duplice: di svogliatezza linguistica, nel ripetere meccanici cliché, e di basso livello stilistico. Molti di quei titoli sono, semplicemente, brutti.

Nel Post trovo un atteggiamento diverso. Eccone qualche esempio, sempre di oggi:
Liam Fox si è dimesso.
Come sono andate le cose alla Camera, oggi.
Non ci sono più i radicali.
Un aereo è precipitato in Nuova Guinea, 28 persone sono morte.
Standard & Poor’s ha declassato la Spagna.

Qui non c'è nulla di meccanico o convenzionale; c'è al contrario la ricerca di due elementi che dovrebbero contraddistinguere i titoli di un giornale, sempre: la semplicità e la chiarezza. A scorrerli con gli occhi si ha la sensazione di respirare aria pura. Di avere davanti qualcuno che ti dice: "Ti voglio parlare di questo fatto che è successo, ma voglio farlo in modo chiaro, con parole semplici e dirette, perché voglio prima di tutto che tu lo capisca bene. Vieni a leggermi."
Sarà forse un dettaglio, o sarà deformazione professionale di linguista; ma secondo me è un'occasione di rinnovamento stilistico (e non solo) offerta dal web, persa da molti blasonati giornali, e colta invece in pieno dal Post. Bravi.

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