sabato 22 ottobre 2011

Un confronto serio


Il 14 ottobre scorso, venerdì, nelle interviste andate in onda dopo il film Viva Zapatero, Mentana ha rivolto alcune domande a Rutelli e Alemanno. Il giorno prima alla Camera c'era stato il voto di fiducia sul bilancio, e molte delle domande riguardavano il futuro della risicata maggioranza che ne era venuta fuori.
Una delle espressioni che ho sentito usare più spesso, da Alemanno in quell'occasione, ma in generale in molti dibattiti televisivi di questi giorni è "adesso serve un confronto serio".
In molti casi mi ha dato l'impressione di essere una di quelle espressioni così abusate da diventare vuote di significato, specialmente nel linguaggio dei politici, che spesso preferiscono appunto la vuotezza alla semplicità, l'indeterminatezza alla chiarezza.
Che significa esattamente che serve un confronto serio? Non è forse proprio dell'attività politica confrontarsi costantemente con tutti, elettori, cittadini, oppositori, compagni di partito? Finora questo confronto non c'è stato, o non è stato serio? O l'espressione indica più semplicemente che adesso bisogna trovare nuovi accordi, perché quelli vecchi non vanno più bene? 
Il telespettatore, in ogni caso, non ne esce con le idee chiare. Il fatto poi che ad essere usata sia una collocazione, cioè l'uso congiunto di due parole che tendono a ricorrere frequentemente insieme, e quindi a cristallizzarsi, a diventare convenzionali, aumenta l'impressione di scarsa chiarezza.
Così ho dato un'occhiata in vari corpora dell'italiano, per vedere se l'uso di questa espressione è tipico del linguaggio politico; e ho scoperto, nel Perugia corpus, che le uniche occorrenze si trovano in cronache politiche dei giornali e in talk show televisivi di approfondimento politico. 
Allora ho guardato negli archivi di Repubblica, in cui l'espressione è piuttosto ben rappresentata (circa 480 occorrenze); ma il suo uso sembra aver subito un'impennata a partire dal 2001, come mostra il grafico. Non altrettanto si può dire di espressioni analoghe (ampio confronto, confronto approfondito), che sono molto meno frequenti e non mostrano variazioni da un anno all'altro.
Sembrerebbe proprio che evocare la necessità di un confronto serio sia uno di quegli espedienti linguistici usati  per restare nel vago, non parlare chiaramente, sostanzialmente per non dire niente. 
E il fatto che dal 2001 il suo uso si sia così moltiplicato non ci suggerisce nulla di buono.



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