martedì 5 aprile 2005

Nel calcio c'è chi scende e c'è chi sale

Per un curioso fenomeno di inversione, il linguaggio usato dai commentatori televisivi e radiofonici delle partite di calcio tende a volte a modificare i significati e gli usi delle parole.
Fino a qualche anno fa era spessso usata la parola discesa per indicare l'azione di un calciatore che, partendo dalla difesa, arrivava palla al piede fino alla zona d'attacco: Quest'uso, legato ovviamente al verbo scendere, non è scomparso, ma si sente sempre di meno; al contrario prende sempre più piede l'uso di salire, con un significato non esattamente equivalente ma analogo: se una squadra sta per battere un calcio d'angolo o una punizione in attacco, i difensori di statura elevata salgono per cercare di colpire la palla di testa. Pur trattandosi di un percorso che si effettua nella stessa direzione (dalla difesa all'attacco), in un caso si scende, nell'altro si sale. Misteri del calcio.
Il lessico del calcio è comunque sempre in evoluzione, ed è soggetto a mode che, trainate dalla cassa di risonanza televisiva, si affermano con estrema rapidità. Vi ricordate ad esempio il contropiede? Adesso si chiama ripartenza. Se è in corso una sostituzione, il commentatore dirà che entra Tizio per Caio ("per" = "al posto di", come in capire una cosa per un'altra).

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