martedì 27 agosto 2013

Il lessico rassicurante e predatorio del calciomercato

Fine di agosto: insieme alle prime piogge arriva la fine del calciomercato: tre mesi di manovre in cui le voci di acquisti o cessioni eccellenti si rincorrono e accompagnano le vacanze e le torride giornate degli italiani.
Sarà forse per l'attenzione spasmodica con cui mio figlio dodicenne ne ha seguito le vicende, ma nel corso delle settimane ho dedicato anch'io un po' di tempo ad annotare alcune delle espressioni più ricorrenti dei commentatori del calciomercato: alcune trasmissioni di Sky, la Gazzetta dello Sport, e l'informatissimo Gianluca Di Marzio, che seguo anche su Twitter.
 Il lessico del calciomercato si riconduce per lo più ad alcune metafore che lo caratterizzano.

La metafora della caccia
L'osservazione attenta di un calciatore, particolarmente gradito ad una squadra, e la successiva trattativa con la società che ne detiene il cartellino, sono spesso assimilate alle manovre di una caccia. Come dei predatori, i dirigenti delle varie società si appostano e attendono rapaci l'arrivo della preda:
I gialloblù cedono Iunco e Nicola Rigoni, puntano l'atalantino e lavorano per il rinnovo di Théréau.
Il Sassuolo è sulle tracce di Duvan Zapata
La società bianconera ha messo nel mirino due talenti osservati da uno scout.
Dopo l'interesse dell'Inter, per la stampa portoghese l'esterno del Porto è nel mirino di altri due club italiani.
Per questo, la pista Borriello a fine mercato non è da escludere.
Un colpo in canna è quello di Jackson Martinez.
Le squadre, in quest'attesa febbrile del manifestarsi della preda, vengono talora personificate:
L'Inter è alla finestra, valuta e riflette.
La metafora della guerra
Quando i termini della caccia non sembrano più adeguati per descrivere gli agguati tesi da dirigenti e procuratori o le strenue difese opposte dalle controparti, le manovre diventano ancora più estreme e si trasformano in guerra:
La Juventus blinda Luca Marrone.
Il West Ham torna nuovamente alla carica per Fabio Quagliarella.
Yilmaz alla Lazio? Arsenal e Liverpool in agguato
Chievo: due addii e assalto a Brienza
In questo senso predatorio e guerresco va anche letto l'uso frequentissimo della preposizione su, che sembra descrivere l'atto di scagliarsi su una preda:
La Juve su Tevez
Sull'ex Fiorentina c'è anche il Villareal
Udinese, mani su M. Lewandowski
Metafora calcistica
Talvolta i commentatori del calciomercato si appropriano di espressioni tipiche del calcio giocato, che usano per descrivere dei match in cui in palio non ci sono tre punti, ma l'acquisto di un calciatore:

Il Torino pressa per Ghoulam
I blucerchiati provano l'affondo sull'esterno del Milan

Cliché giornalistici
Abbondano anche, nelle cronache del calciomercato, alcuni dei cliché caratteristici della stampa, in modo particolare dei titoli, che mirano a fare sensazione. Uno di questi è l'uso di c'è, per enfatizzare qualche tipo di avvenimento:
Julio Cesar-Napoli, c'è l'accordo
Samp-Antonini, c'è lo sprint
Infine, il ricorso a giustapposizioni nome comune - nome proprio, con la soppressione della preposizione:
Ipotesi Borriello
La società viola infatti sta valutando l’ipotesi Bergessio del Catania per il reparto avanzato.
Roma, per l'attacco idea Bergessio
Tottenham, idea Balzaretti
Il lessico del calciomercato è dunque un condensato di stereotipi giornalistici, conditi con espressioni agonistico-predatorie con venature guerresche. Non una prosa particolarmente elevata, certo; ma spesso, tra lo sproloquiare indecente e volgare del politico di turno e la rassicurante tiritera del "c'è l'accordo", preferisco la seconda.


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