martedì 19 novembre 2013

Quando le parole cambiano compagnia


"You shall know a word by the company it keeps", scriveva nel 1957 il linguista inglese John Firth; e in effetti il significato delle parole è in parte determinato dalle altre parole che le accompagnano, le loro collocazioni.
Fare presto, pioggia battente, prendere aria, annoso problema, prendere il sole, sono alcuni esempi di coppie di parole che sembrano avere in italiano una sorta di attrazione reciproca. Di questo mutuo legame i parlanti nativi hanno una conoscenza intuitiva, che consente loro di selezionare e utilizzare le collocazioni come dei blocchi lessicali unici, come se fossero delle parole singole.
Al pari di ogni altro elemento lessicale, le collocazioni si evolvono nel tempo; nascono, cadono in disuso e muoiono in base alle mutate condizioni delle comunità che le impiegano.
Le tecnologie sono uno dei fattori che facilitano questi mutamenti; uno strumento nuovo o un mezzo di comunicazione introdotto recentemente favoriscono il formarsi di nuove abitudini, e, di conseguenza, di nuove combinazioni di parole usate per descriverle: un esempio può essere fare il pieno, legato all'uso dell'automobile.
L'occasione per registrare la nascita e il rapido sviluppo di nuove collocazioni di origine tecnologica mi è stata data dal lavoro che sto facendo per un dizionario elettronico delle collocazioni (DiCi: Dizionario delle Collocazioni italiane), estratte da una grande raccolta di testi dell'italiano contemporaneo (il Perugia corpus) e ordinate in base alla loro frequenza.
Alcune collocazioni di recente formazione e di origine tecnologica che ho ritrovato nel corpus sono legate alla rete e alle nuove tecnologie: fare una ricarica, salvare un documento, postare un messaggio, scrivere un programma, scrivere un post. Una canzone si ascolta, ma spesso si scarica; in rete trasciniamo un testo, carichiamo foto o video, ingrandiamo o rimpiccioliamo finestre.
Alcune parole, tradizionalmente collegate ad altre per via di tecnologie del passato, con lo sviluppo della rete cambiano compagnia, associandosi a parole diverse: la stampa, ad esempio, aveva diffuso le azioni di girare e sfogliare le pagine; in rete le pagine si aprono, si caricano e si visualizzano.


2 commenti:

  1. Ottima notizia, spero sarà presto in commercio. Apprezzo molto il lavoro, immagino certosino, degli autori dei due dizionari delle collocazioni disponibili ora sul mercato, ma credo di non essere l'unica a sentire l'esigenza di un dizionario delle collocazioni che sia invece ricavato da corpora.
    Molto interessante il riferimento alle collocazioni di origine tecnologica, sarei curiosa di sapere se si nota già un progressivo abbandono di "effettuare operazione" in favore di "fare operazione", ad es. backup, download, roaming ecc. Grazie.

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  2. Grazie del commento. Perché il dizionario sia finito ci vorrà ancora tempo, ma ci sto lavorando. Per fare vs. effettuare, + operazione dipende dal registro: nel parlato prevale nettamente fare, mentre nello scritto effettuare ancora resiste (soprattutto con i nomi: controllo, operazione, verifica, ricerca, pagamento, attività).

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