venerdì 16 marzo 2012

Se non l'aveste capito, la Camusso frena

Venerdì, 16 marzo, verso le 12; sfoglio alcuni giornali online, per vedere le ultime notizie. Dopo il terzo, presa da una sensazione di fastidio generalizzato, decido di scrivere questo post.
Il tema: la riforma del lavoro e il balletto governo-sindacati, che da settimane sta occupando il teatrino della stampa (descritto ieri magistralmente da Michele Serra nella sua Amaca), e da settimane sta decisamente ammorbando noi lettori.
Riporto qui sotto i titoli delle home page di 10 dei maggiori giornali italiani.
Repubblica: Camusso frena su art. 18: non ci siamo.
Corriere della Sera: Art. 18: la Camusso frena sull'accordo.
La Stampa: Camusso frena sull'articolo 18.
L'Unità: Camusso: «Art. 18, non va bene»
La Gazzetta del Sud: Intesa su giustizia-lavoro. Camusso frena sull'art.18
Il Messaggero: Lavoro, Camusso gela il governo «Le proposte sull'articolo 18 non vanno»
Il Sole 24 ore:  Intesa sull'articolo 18, Camusso frena.
Il Secolo XIX
: Camusso frena sull’art. 18

Il Fatto quotidiano: Susanna Camusso sull'articolo 18: 'Proposte governo non convincono'
Il Tempo: Stop della Camusso sull'articolo 18
Di 10 giornali, 6 titolano usando l'ormai arci-logora metafora automobilistica (o ciclo-motociclistica, se preferite) della frenata: la Camusso frena. Un giornale (Il Tempo) resta nel campo della mobilità ricorrendo all'ugualmente abusato "stop". E siamo a 7. Il Messaggero preferisce invece il dominio della meteorologia e ci comunica che la Camusso "gela" il governo (meno male che Monti ha il loden).
Solo due dei 10 giornali, L'Unità e Il Fatto quotidiano, attribuiscono alla Camusso parole fuor di metafora:   l'articolo 18 "non va bene" e "non convince".
Accidenti che fantasia i titolisti! E' mai possibile che non si riesca ad uscire dai confini di una espressione ormai logora, fumosa, priva di significato, e non ci si possa sforzare di trovare qualcosa di meglio? Un'idea un po' più originale, creativa, per un titolo? Capisco che la situazione non è di quelle che stimolano particolarmente la creatività (i balletti Fornero-sindacati), ma non si potrebbe provare a scrivere, chessò, che "la Camusso è perplessa, incerta, esita, è pervasa dal dubbio, tentenna, è titubante, non si fida del governo, ha troppo a cuore il futuro dei lavoratori, è tentata ma poi ci ripensa, non sa che pesci pigliare" (se proprio si cerca una metafora perché non quella ittica?), ecc.? Perché non provare, con parole semplici, a dire che "la riforma dell'articolo 18 non le piace, non la soddisfa, non la persuade, non le sembra giusta, equa, soddisfacente, convincente", ecc.?
La pigrizia mentale del titolista ha come contropartita esatta il sonno della ragione del lettore, che, in uno stato di "coma indotto dalla stampa", ingoia tutto quel (poco) che legge senza che un pensiero autonomo, un barlume di ragionamento personale lo attraversi.
E intanto la Camusso continua a frenare.




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