I social media attirano sempre più l'attenzione dei media tradizionali, per la loro capacità di aggregare numeri imponenti di persone. Twitter non è il più frequentato, ma è di certo quello dotato di maggiore specificità.
Per quattro mesi ho seguito 40 politici italiani su Twitter ed ho estratto i contenuti che hanno prodotto. La mia ipotesi è che Twitter può rappresentare, anche per la politica, una grande opportunità di rinnovamento, perché è in grado di rompere i rituali ormai sterili della vecchia comunicazione politica televisiva, e di offrire un ambiente e uno stile comunicativo nuovo, basato su un principio semplice, ma rivoluzionario: sui social media la comunicazione è orizzontale, e avviene tra pari. Si va su Twitter per dialogare con altre persone, diverse da noi per età, idee, ruolo svolto nella società, ma tutte con lo stesso nostro diritto di esprimersi e partecipare. E questo principio vale anche per i politici.
Nulla di più distante dalla tradizionale comunicazione politica televisiva, verticale, monodirezionale, in cui qualcuno, spesso imbeccato da giornalisti compiacenti, si rivolge ad una massa indistinta di persone senza che esse abbiano la possibilità di replicare.
Nella nostra società, ormai così diffidente nei confronti della politica, questo modo di comunicare è diventato semplicemente improponibile; i social media hanno l'enorme merito di offrire, anche alla politica, l'opportunità di esprimersi in modo diverso: dialogando, interagendo, partecipando.
Il mio studio cerca quindi di verificare a che punto è la politica italiana in questo processo verso forme nuove di comunicazione; lo fa attraverso un'analisi linguistica di dati reali, seguendo il filo conduttore di cinque temi, che caratterizzano Twitter come mezzo di comunicazione:
- la concretezza delle scelte linguistiche;
- la tendenza alla dialogicità;
- l'espressione della propria soggettività;
- l'attitudine a creare aggregazione;
- la ricercabilità.
Sono tutte caratteristiche imprescindibili per comunicare in modo efficace su Twitter, non solo in campo politico; nel network si può emergere anche senza un numero di follower spropositato, ma di certo non si è efficaci se non si è concreti, se non si ricerca costantemente il dialogo con gli altri, se non si esprime con chiarezza il proprio punto di vista soggettivo e se attorno ad esso non ci cerca di aggregare altre persone, e infine se non ci si sforza di rendere facilmente ritrovabili i contenuti che si sono prodotti.
L'adesione consapevole a queste caratteristiche comporta inevitabilmente un'attenzione particolare alle scelte linguistiche, alle parole che si usano, attraverso le quali ci si dispone ad un dialogo con gli altri; è proprio dalla qualità di queste scelte linguistiche e di questo dialogo - e non dal numero dei follower - che dipende l'efficacia della comunicazione politica su Twitter.
Stefania Spina, Openpolitica. Il discorso dei politici italiani nell'era di Twitter (Franco Angeli, 2012), sarà in libreria alla fine di ottobre.
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