Analizzando il testo scopriamo in effetti che tra i 264 verbi diversi utilizzati nella Costituzione la maggior parte non indica un divieto, o la negazione di qualcosa, ma al contrario rivela un'apertura, un tentativo di favorire, di sostenere, di mettere al sicuro, di incoraggiare. Quelli che seguono sono alcuni esempi (tra parentesi, la frequenza con sui ricorrono nella Costituzione):
promuovere (12), approvare (12), assicurare (11), ammettere (11), riconoscere (10), partecipare (6), appartenere (6), tutelare (6), favorire (5), consentire (5), garantire (5), autorizzare (3).La stessa tendenza si riscontra nelle forme verbali costituite da un verbo e da un nome (le combinazioni verbo-nome, formate dall'associazione sistematica di un elemento verbale e di uno nominale); eccone alcuni esempi:
avere diritto (19), avere valore (4), tutelare il lavoro (3), assicurare l'indipendenza (2), riconoscere il diritto (2).I testi di un corpus di leggi italiane promulgate in questi ultimi anni, invece, manifestano anche nelle forme verbali il loro carattere prescrittivo e impositivo:
stabilire, esercitare, abrogare, sottoporre, punire, commettere, sospendere, escludere, revocare, cessare, assoggettare.Una tendenza analoga si riscontra, anche in questo caso, in molte combinazioni verbo-nome usate nei testi di leggi italiane recenti:
applicare una sanzione, adottare una misura, applicare un articolo, fare obbligo, costituire reato, applicare una pena, emanare una disposizione.L'impressione di Benigni di una Costituzione che, anche nei verbi utilizzati, tende ad incoraggiare, a favorire, ad assistere, piuttosto che a vietare e a porre un freno, trova conferma nei dati; come ha detto il comico toscano, quando la Costituzione sarà anche applicata, sarà una cosa meravigliosa.
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