mercoledì 1 maggio 2013

Come nasce una storia su Twitter: il caso di #ijf13

Twitter è un mezzo di comunicazione attraverso cui si condividono flussi di conversazioni, esperienze, storie. Spesso queste storie si condensano attorno ad un hashtag, che serve ad aggregare e a tenere insieme, intorno ad un nucleo tematico comune, comunità anche molto numerose di persone.
Per capire più a fondo in che modo nasce e si sviluppa una storia su Twitter ho estratto e analizzato un campione di tweet contenenti #ijf13, l'hashtag ufficiale del Festival del giornalismo di Perugia, che si è da poco concluso. Il campione, raccolto nell'arco di 3 dei 5 giorni del festival, è composto da 10.200 tweet in italiano estratti in modo casuale, scritti da 2.891 utenti diversi.

Una storia con tanti attori, ma con ruoli diversi
Il festival è seguito da un pubblico composto prevalentemente da giornalisti, blogger e persone che hanno a che fare con il mondo della stampa; un pubblico che per la maggior parte usa Twitter in modo sistematico. Un primo dato interessante, tuttavia, riguarda gli utenti che più di altri contribuiscono a raccontare su Twitter la storia di #ijf13, in modo diretto, attraverso l'invio di tweet, e in modo indiretto, attraverso i retweet inoltrati da altri.
La fig.1 mostra che sono poche decine gli utenti che hanno contribuito con più di 10 tweet alla storia collettiva di #ijf13; la stragrande maggioranza ha scritto solo uno o due tweet, e comunque un numero non superiore a nove. In modo analogo, i 4.519 retweet (che costituiscono il 44% del campione) inoltrano testi inviati originariamente da 575 utenti, dei quali pochissime decine vengono retwittati un numero molto elevato di volte. Ciascuno contribuisce a scrivere la storia di #ijf13, quindi, ma molti lo fanno in modo occasionale e pochissimi in modo ripetuto e sistematico.

Fig.1 - Il numero di tweet inviati per utente

Una storia fatta di conversazioni
Il numero di menzioni usate nel campione è praticamente pari al numero dei tweet che lo compongono: in ogni tweet viene quindi usata in media una menzione, per coinvolgere specifici utenti nella conversazione o semplicemente per riferirsi ad uno o più utenti in particolare; circa l'11% dei tweet sono inoltre risposte dirette a tweet precedenti. Da questi numeri è chiara la natura fortemente conversazionale delle interazioni in Twitter, e il fatto che il riferimento o la risposta diretta ad altri utenti sono una delle strategie che consentono ai partecipanti di interagire con gli altri, condividendo lo stesso flusso di conversazioni.

Di cosa parla questa storia?
Parla degli argomenti che via via vengono scanditi e messi in evidenza dagli hashtag. La media d'uso degli hashtag nel campione è di 1,5 per tweet; una presenza così massiccia è spiegata dal fatto che le storie su Twitter sono tenute insieme proprio dall'uso condiviso (e spesso negoziato) di queste meta-parole, che segnalano l'argomento di cui si parla e al tempo stesso invitano tutti gli altri utenti ad aggregarsi e a partecipare. Alcuni degli hashtag più usati nel campione sono quindi riferiti agli argomenti discussi durante il festival (#Cuba, #donne, #femminicidio, #journofuture, #mafia, #opendata, #Siria) o a eventi di particolare richiamo (#Saviano, #inmezzora, #Gazebo), con qualche incursione di avvenimenti esterni di forte impatto che sono stati discussi nei giorni del festival (#governoletta, #ministri, #sparatoria, #palazzochigi).

Parole usate come àncore...
La natura particolare di questa storia, in cui le conversazioni su Twitter si svolgono parallelamente ad un festival che ha luogo in un tempo preciso e in un luogo fisico, fanno sì che molte delle parole più frequentemente twittate dai partecipanti hanno la funzione di ancorarli al luogo fisico e di fornire loro dei riferimenti temporali. Si tratta spesso di deittici (oggi, tra pocoqui, alle [+orario], alla/nella sala...,  oraquesto, domani, ieri, poco fa, ecc.) o di parole che designano luoghi o ambienti e risorse di rete (Perugia, Twitter, video, foto, rete, streaming, online, web, Internet, blog, libro, centro, tweet, giornale ecc.).

... e come connessioni con gli altri
Oltre che a fornire questo legame con le coordinate spazio-temporali, le parole usate con maggiore frequenza nei tweet servono ad entrare in connessione con gli altri partecipanti, o a mantenere una connessione già aperta in precedenza. Sono parole ed espressioni che caratterizzano di norma il parlato, ma che si ritrovano in modo analogo nel flusso di conversazioni scritte che formano le storie di Twitter. Ecco alcuni esempi: grazie, no, ecco, va bene, ragazzi, complimenti, davvero, vero!, buongiorno, ciao, :-) e tutti gli altri emoticon.

La storia di #ijf13 è quindi una storia costruita e raccontata insieme dai partecipanti, ciascuno col suo ruolo specifico di animatore, di trascinatore o di semplice partecipante occasionale; il racconto del festival riesce a mantenere la sua coesione interna, nonostante la frammentarietà forzata delle interazioni in Twitter, grazie ad un uso intensivo di tutte le convenzioni discorsive che il network mette a disposizione: retweet, menzioni, hashtag, sono tutti strumenti che servono a connettere, a tenere insieme, ad aggregare le persone. Per mezzo di questi strumenti, la storia di #ijf13 attraversa il flusso di tutte le altre conversazioni in Twitter e permette ai partecipanti di non perdersi, rimanendo ancorati al filo conduttore della storia.

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