domenica 21 maggio 2023

Il mio pomeriggio di coding con ChatGPT



È stato soprattutto incredibilmente utile: ho imparato tantissimo, e tantissimo continuerò a imparare, perché ripeterò l'esperienza. Ma è stato anche divertente, perché a volte mi sono sorpresa a dirmi "adesso, dopo questa mia domanda idiota, chissà cosa penserà di me".

Il mio pomeriggio con ChatGPT era finalizzato a verificare la possibilità di farmi aiutare a scrivere alcuni semplici script in Python per elaborare dei dati linguistici. Una sorta di scrittura assistita: io non conosco quasi per niente Python, di solito uso R, e quindi ho chiesto aiuto a lei (lui?). Il compito era abbastanza semplice, ma con qualche insidia: a partire da un testo annotato per categoria grammaticale e lemmatizzato, nel tipico formato su tre colonne, lo script doveva estrarre solo la colonna dei lemmi e confrontarla con una lista esterna di lemmi (il Nuovo vocabolario di base di Tullio De Mauro). In seguito a questo confronto, lo script doveva creare due documenti: uno con i lemmi presenti nel Vdb, e uno con quelli assenti, aggiungendo, accanto a ciascun lemma, il numero delle sue occorrenze nel testo. Infine, nel documento che contiene i lemmi presenti nel Vdb, doveva inserire all'inizio la percentuale sui lemmi totali: in pratica la copertura del Vdb di quel testo.

Dal mio pomeriggio di coding assistito ho imparato diverse cose. In primo luogo, che ChatGPT è uno strumento straordinario per insegnare a scrivere codice a chi lo sa fare poco. Una formidabile risorsa didattica, quindi, a disposizione di tutti, che non si stanca di spiegare, rispondendo a domande specifiche, cosa significa quella funzione, come si usa e a che serve. In secondo luogo, mi ha insegnato che produrre codice in questo modo collaborativo, nel mio caso per svolgere compiti di pulizia o di estrazione di informazioni dai dati, funziona, e funziona anche bene: il mio script è nel mio pc, lo uso, mi è molto utile. In terzo luogo, che ChatGPT va interrogata (interrogato?) in modo mirato: all'inizio avevo posto un quesito unico, che includeva tutte le funzioni che mi servivano. Il risultato non è stato brillante. Poi ho capito che dovevo chiedere una cosa alla volta, in modo semplice, aggiungendo il passo successivo solo dopo aver verificato che il precedente funzionava. E così il risultato è migliorato di molto. Sono rimasti dei passaggi che non erano pienamente soddisfacenti, ma a poco a poco li abbiamo migliorati insieme: io chiedendo cose sempre più specifiche, lei (lui?) rispondendo in modo sempre più accurato alle mie richieste.

Più in generale, penso che siamo ancora lontani dal percepire quanto e in che cosa uno strumento come ChatGPT possa aiutarci nello svolgimento di particolari compiti. Per adesso, mi limito a constatare che, invece di pensare di sfruttarlo per scrivere la tesi di laurea o il tema di italiano, possiamo molto utilmente servircene per insegnarci a capire e a produrre codice, linguaggio artificiale per svolgere funzioni utili in diversi campi.


1 commento:

  1. Sicuramente potrebbe essere molto utile nella didattica a patto che riusciamo a modificare (e di molto) la nostra routine di insegnamento.

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